Incroci e intersezioni: il palinsesto filmico della cultura modernista / Crossroads and Intersections: The Cinematic Palimpsest of Modernist Culture
Testo italiano
Partendo dal
“sottosistema” costituito dalle riviste The Egoist, Life and Letters To-day,
e Close up, l’unità di Bari intende cartografare le inter-connessioni,
gli incontri e le distanze fra le tre riviste.
Un passo ulteriore della unità di ricerca barese sarà il confronto fra il
“sottosistema” Close up (1927-1933), la prima rivista di cinema
internazionale pubblicata in Europa, e Experimental Cinema (1930-34), la
prima rivista di cinema internazionale pubblicata negli Stati Uniti su temi
quali la censura, il conflitto fra cinema non commerciale e cinema
hollywoodiano, etc.
Lo spazio che queste riviste dedicano al montaggio apre nuove direzioni alla
nostra ricerca: dall’analisi dei motivi della scarsa scarsa attenzione
dedicata a S. Eisenstein dai New Critics alla centralità di Kuleshov, Pudovkin,
Pabst, Dryer (cioè il cinema russo e quello tedesco) nei dibattiti sull’arte
dell’epoca in Europa come in America; alla relazione tra simbolismo psicologico
del cinema tedesco e tecniche russe del montaggio.
In questo progetto di ricerca, a partire da un’analisi attenta della teoria dei
maestri russi, e dalla contemporanea analisi sull’impatto e il ruolo del cinema
fatta da Walter Benjamin (L’opera d’arte nell’epoca della sua
riproducibilità tecnica), con il sostegno degli articoli scritti per Close
up ed Experimental Cinema, vogliamo verificare quanto le teorie
russe fossero note agli intellettuali che lavoravano attraverso i due
continenti oggetto di ricerca, e concentrarci in modo speciale sulle tecniche
del montaggio e del primo piano così come vennero mutuate dalla letteratura e
pittura. Così, nell’analisi della “locality” rappresentata, ad esempio, da
scrittrici come D. Richardson, G. Stein, H.D., andremo a ricostruire la loro
conoscenza-pratica delle tecniche cinematografiche, del montaggio e del close
up.
Cosmopolita, cosmopolitismo, Censura, Cultura afro-americana saranno i
sottosistemi che questa unità vorrà analizzare e il lavoro svolto da S. Stanford
Friedman sui termini “moderno/modernità/modernismo” (2001) costituirà il nostro
modello nel condurre un’analisi semantica, culturale, filosofica e politica dei
termini su indicati.
Il progetto
si propone di:
trovare qualche risposta e di problematizzare ulteriormente le questioni poste
da Friedman nel suo saggio;
portare alla luce , coll’aiuto del nostro database, e l’interscambio con le
altre unità di ricerca, cosa accadeva nelle vite dei singoli, all’epoca, a
causa del “co(n)testo” (Locatelli 2000) Le riviste in questione, ma anche le
donne e gli uomini del Modernismo, per esempio, erano sia un effetto
dell’impatto del cinema sulla società che, allo stesso tempo, agenti d’impatto
in quanto pensatori, costruttori di “localities” di discussione. Le
interpretazioni di queste relazioni si avvantaggeranno dell’aiuto del database
della ricerca, e d’altronde, i nuovi documenti entreranno a far parte del
database e contribuiranno al generale lavoro relazionale del progetto
nazionale.
Beginning with a “subsystem” constituted by the reviews The Egoist, Life and Letters to-day and Close up, the Bari research unit will, for the first time, map the interconnections, encounters and departures between and among these three modernist journals. A further step will be to compare and contrast how Close up (1927–1933), the first international cinema review published in Europe, and Experimental Cinema (1930–1934), the first international cinema review published in the USA, dealt with issues such as, for example, censorship and noncommercial film versus Hollywood cinema. Other paths of analysis will be to examine the reasons for the scant attention paid to Eisenstein by the New Critics, the importance of Kuleshov, Pudovkin, Pabst and Dryer (i.e. Russian and German cinema) in modernist cultural “localities”, and the relationship between the psychological symbolism of German cinema and Russian montage techniques. By examining articles in Experimental Cinema and Close up, we want to explore the extent to which theories by the Russian masters and Walter Benjamin’s contemporary analysis of the impact and role of cinema (The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction) were disseminated through these journals to intellectuals on the two continents. Concentrating on “montage” and the “close up”, as techniques “borrowed” from literature and painting, we will reconstruct the knowledge-practice of these cinematic procedures by “localities” represented, for example, by women writers such as D. Richardson, G. Stein and H. Doolittle. Using Susan Stanford Friedman's (2001) exemplary study of the terms modern/modernity/modernism as our model, we will undertake a grammatical, political and semantic analysis of the following terms in all the richness and complexity of their dissonances and oppositional meanings: the masses and individualism; modern/modernity/modernism; international/internationalism/cosmopolitism; censorship, and “Negro” culture. With the help of the database, our aim is to answer or further problematize questions raised by Friedman in her essay, and to co(n)textualize (Locatelli 2000) what was happening to individuals at that time. The reviews not only reflect the impact that cinema was having on society but, through their elaborations, judgments and discussions, were also agents of that impact. We will offer interpretations of the relationships we uncover with the help of the database, and these new findings will, in themselves, enrich the database and contribute to the relational work of the national project.